ROBOT! – di Blanca Li.Uomo e macchina saranno intercambiabili un giorno?

Questo slideshow richiede JavaScript.

Sarà che anch ’io come tanti di voi trascorro la maggior parte delle mie giornate davanti ad uno schermo, tra pc, iphone e ipad, certo è che oggi nessuno di noi può sottrarsi a quelle riflessioni che hanno portato la coreografa Blanca Li  all’ ideazione e creazione del suo spettacolo, dal titolo Robot!

Gennaio 2011. In questa data Blanca Li incontra Maywa Denki, un artista contemporaneo giapponese che si diverte a creare “prodotti” (così ama definire le sue creazioni)  che prendono spunto dalla vita quotidiana, ma che hanno comune 3 fattori: low cost , high tech  e nonsense!

Poco dopo Blanca Li conosce NAO, il robot umanoide.

I suoi pensieri si fanno sempre più articolati. Il suo processo creativo prende forma.

“ Where are the borders between ‘us’ and ‘them’ ? Can the most sophisticated machines stand in for the Man-Nature relationship ? Will the robots be capable of integrating the idea of creation one day ? What kind of society will arise from it? The machines are impacting our daily routines more and more. What will happen when thinking machines understand data, concepts, and behaviour too complex for humans to grasp? If the robots get humanised by shape and communication skills, shall we humans become robotised hybrids or androids ? Can a machine, even an evolved one, replace relationships to the living ? Will our rebotic alter egos express fellings some day ? As robots are looking more and more like men, will men be looking like robots, hybrids, androids ?”

Tanti interrogativi che danno vita a Robot! una performance in cui 8 danzatori con i loro movimenti interagiscono, si incontrano,si scontrano, con gli strani devices musicali di Maywa Denki e i piccoli NAO.

Il risultato? Un’ incantevole poesia al limite dell’assurdo!

Andrea Nanni – “La danza contemporanea? non ci si capisce niente!”

Mooveo decide di dedicare questo post al pensiero di Andrea Nanni, pubblicato su ADAC toscana il primo ottobre 2010. Nanni argomenta la frase che spesso si sente pronunciare dopo aver assistito a uno spettacolo di danza contemporanea: “La danza contemporanea? Non ci si capisce niente”.  Il pubblico vorrebbe capire ogni dettaglio, vuole portarsi a casa qualcosa, vuole avere in mano un significato, dice Nanni. E se un balletto non ha nulla di preciso e concreto da consegnare a chi osserva, il pubblico resta smarrito. Io aggiungo che la bellezza di un corpo che danza è la ricerca di mille modi di comunicare e la ricerca di significati infiniti. Una perdita di concretezza.

Potrebbe davvero bastare l’emozione? Andrea Nanni conclude così:

“Ma possiamo contare su qualche parametro, qualche indicatore a cui fare riferimento quando ci inoltriamo nei territori in cui la danza contemporanea ci invita ad avventurarci? Il primo indicatore è l’emozione. Emozionare viene da e-moveo, che significa “spostare da”. L’emozione ci coglie dunque quando veniamo spostati dalle nostre certezza, quando ci rendiamo disponibili a correre dei rischi. Compito del mediatore culturale dovrebbe essere quello di aiutare il pubblico a rendersi permeabile all’emozione, ad avventurarsi in una zona in cui pulsa qualcosa che sfugge alla logica (e quindi spesso alle parole) ma che ci appartiene e ci rende più umani. A capire che l’arte – tutta l’arte, in ogni sua manifestazione- è tale proprio perché non può essere ridotta a un sistema di significati.”

Non mi resta che suggerirvi la lettura delle preziose testimonianze citate da Nanni nel suo articolo.

“Ogni scena si delinea come un insieme di significati che si completano e si contraddicono. Nessun elemento è interpretabile in modo isolato e univoco, anche le affermazioni apparentemente inequivocabili vengono accompagnate dalla sfumatura del dubbio.”

Pina Bausch

 “Mi piacerebbe entrare in teatro senza sapere nulla e uscirne sapendo ancora meno. Occorre desiderare l’interpretazione errata come una forma di salvezza da noi stessi e da tutti quelli che ci circondano. L’architettura della coreografia è diventata una prigione. Bisogna disfarsi dell’interpretazione”.

William Forsythe

ONE BILLION RISING – Valentine’s Day

Mooveo pensa al giorno di San Valentino, pensa a chi è innamorato.

L’iniziativa è One Billion Rinsig, ballare da diverse parti del mondo, la stessa musica, gli stessi passi, lo stesso spirito proprio il giorno di San Valentino. Il video di presentazione è quello che vi postiamo di seguito. La terra trema e la musica di sottofondo muove queste donne. Per coloro che non sono libere, coloro che subiscono violenze, coloro che sono costrette. Nel corpo della donna non c’è nè costrizione, nè limite…. oggi qualcosa Muove. Muovo quindi Sono.

IL CORPO E’ IL MEZZO – Heather Hansen

Questo slideshow richiede JavaScript.

Una perfetta unione tra danza e disegno.

Eccola qui la giovane artista contemporanea originaria del New Orleans Heather Hansen mentre  lascia tracce di se’ e della sua arte  su un immenso foglio bianco. Ma non esistono pennelli, matite e colori.

Il suo corpo è il pennello, il movimento l’anima delle sue creazioni.

Entrate nel suo mondo..è accessibile davvero a tutti!

“Emptied Gestures is an experiment in kinetic drawing. In this series I am exploring ways to download my movement directly onto paper, emptying gestures from one form to another”

 Heather Hansen

THE BLIND DATE – Mei-hong Lin al Teatro Manzoni

E poi dicono che la danza contemporanea non è fatta per far ridere! È vero, tante volte porta più alla riflessione e meno alla risata, ma quando avviene che phatos e ironia si incontrano, beh io credo che indipendentemente da tutto il resto non può che generare uno spettacolo degno di nota. Ed è questo che è successo al Teatro Manzoni, dove all’interno della rassegna ‘Il Movimento’ è andato in scena The Blind Date, un lavoro della coreografa Mei-hong Lin, allieva prediletta di Pina Bausch. Ma torniamo indietro a quella sera di fine gennaio a Milano. Arriviamo a teatro, sempre meglio se con poche aspettative, entriamo in sala ed ecco che  il corteggiamento tra i sessi ha subito inizio. Tra le poltrone rosse in velluto  i danzatori si sono già calati nelle loro parti..c’è chi si dispera, chi si innamora, chi si diverte..il tutto giù dal palco! E questa ricerca dell’amore prosegue fino alla fine della messa in scena.

Certo, sceneggiatura un po’ scontata e finale ancora di più, ma quando il palco è calcato da così tanti talenti a cui finalmente anche i teatri italiani hanno iniziato ad aprire le porte come si fa a non apprezzare?????

Darmstadt State Theatre Dance Company

Choreographer: Mei Hong Lin

Music: Astor Piazolla, James Brown, Rolling Stones